film

Questo film è tratto da una storia vera. La trama non è particolarmente originale, ma può risultare interessante da un punto di vista sociale.

Samantha, ex reginetta di bellezza sposata con un uomo che ama, si trova in una situazione economica disastrosa. Il marito in seguito ad un infortunio ha un problema ad un ginocchio e ciò gli impedisce di lavorare. A causa di questa carenza di entrate gli stanno per pignorare la casa dove vive con il coniuge e i tre figli. Samantha deciderà di iniziare a sfruttare il diploma di massaggiatrice preso anni prima, e troverà lavoro presso un centro massaggi.

Quello che sembra un posto giovanile e dinamico risulterà essere una sorta di bordello nascosto in una SPA. Samantha dovrà scegliere se tenersi il lavoro di massaggiatrice fornendo prestazioni extra  o licenziarsi.

La scelta per la donna sarà obbligata, pena perdere tutto. Il punto è che per salvare il salvabile rischia di perdere gli affetti e si ritrova in una spirale che la risucchia verso il basso, senza freno, senza sosta.

Non sempre le soluzioni semplici sono le migliori, non sempre  è facile uscire da alcuni circoli viziosi, ne tanto meno uscirne indenni. C’è sempre uno scotto da pagare per ogni azione che si compie.

È la trasposizione cinematografica del racconto di Baricco al quale è abbastanza fedele, con le dovute aggiunte e variazioni di sorta. Ci sono delle situazioni un po’ ampliate, calcolando che nel racconto sono appena accennate. La storia è semplice e complessa nello stesso momento. 

Hervè, un giovane francese, viaggia avanti e indietro dal Giappone per procurare dei bachi da seta per le filande del suo paese, lasciando ad aspettarlo la giovane moglie Hèléne. 

Hervè verrà a conoscenza di usanze e di un mondo completamente diverso da quello a cui è abituato. I viaggi in Giappone, l’incontro Hara Jubei e con una misteriosa ragazza, con la quale intratterrà un intenso gioco di sguardi,  lo  cambieranno nel profondo. 

Mi era piaciuto il racconto, ho apprezzato il film dal punto di vista visivo, sono belli i paesaggi, la ricostruzione delle location, in primis il paesino francese e i particolari scenari Giapponesi. 

Il problema grosso del film, secondo me, è che gli attori non funzionano molto e che non c’è un vero e proprio approfondimento psicologico dei personaggi. Il tutto risulta come una carrellata di varie scene e situazioni viste completamente dal di fuori, senza esserne veramente e pienamente partecipi.

Altra nota lodevole la splendida colonna sonora del grande Sakamoto.

Flynn è un trentenne plurilaureato che continua imperterrito a studiare ed ad aggiungere cultura al suo bagaglio personale.

Nulla in contrario, ma questo suo stato di perenne sete di sapere gli fa perdere contatto con la realtà. Flynn è un nerd che non ha contatto con il mondo reale, non ha amicizie, non ha una ragazza e non ha intenzione di trovarsi un lavoro, lui vuole solo  una cosa: continuare a studiare.

La madre cerca inutilmente di combinargli incontri al buio con delle ragazze.

Flynn riceve una lettera di invito ad un colloquio per un posto di bibliotecario. Al colloquio c’è una fila enorme di candidati, piani e piani di scale con persone i coda per essere esaminate. Ottiene il lavoro e si ritrova in una biblioteca non proprio convenzionale; infatti in quello stabile, oltre ovviamente ai libri, sono conservati oggetti magici o archeologici di inestimabile valore. 

Quando una notte viene rubato un pezzo della lancia del Destino, la lancia fu divisa in tre parti poiché era un oggetto molto potente, Flynn si trova costretto a cercare le due parti mancanti per evitare che la confraternita dei serpenti le ritrovino prima di lui.

Ad affiancarlo in questa sua impresa ci sarà la bella Nicole.

The Librarian è un film per ragazzi più che per adulti, ma si guarda piacevolmente. Fa il verso a molti film d’avventura dello stesso filone. A tratti alcune situazioni ricordano quelle dell’archeologo Indiana Jones, ma anche l’abbigliamento e la borsa a tracolla.