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Camille

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Camille è una commedia surreale con dei risvolti drammatici. I momenti di ilarità ci sono e spesso strappano anche una risata. 
Camille è la storia di una giovane coppia.

Camille è bionda, carina, può sembrare un po’ stupida, sopra le righe e tremendamente chiacchierona. 
Silas cupo, silenzioso, a tratti impacciato e a disagio, ricorda un po’ James Dean nel look.

Silas è in libertà vigilata, Camille è la nipote del poliziotto che l’ha arrestato. 
Silas è colpevole di piccoli crimini.

Siamo alla vigilia delle loro nozze, vediamo Camille scegliere l’abito da sposa e programmare il viaggio di nozze alle cascate del Niagara.

Camille vuole una luna di miele perfetta e, da come è scritto sugli opuscoli pubblicitari, solo sulle cascate del Niagara può averla,  e spera di  riuscire a redimere Silas una volta giunti in quel luogo che tanto spera di visitare.

Silas invece vuole scappare via da quella vita, pensa di usare questo viaggio di nozze per evadere dalla sua libertà vigilata, da Camille e dai parenti asfissianti della ragazza.

Camille e Silas dopo la cerimonia partono su un sidecar per la loro luna di miele. Il viaggio non sarà semplice, metterà in evidenza la spaccatura che c’è tra i due, avranno anche un incidente che cambierà le carte in tavola e farà prendere alla storia una piega inaspettata e surreale.

Silas sarà il primo ad avere consapevolezza di ciò che è accaduto, di ciò che sta accadendo.

La coppia sarà affiancata da un terzo personaggio, il cowboy Bob e dai suoi cavalli colorati, Bob è particolarmente legato al cavallo blu.

È nel complesso un film gradevole e di buoni propositi. Camille è colorato, l’abbigliamento è abbastanza insolito e a tratti kitsch. Molte situazioni sono paradossali, surreali e sovvertiranno alcune regole dei matrimoni classici.  Il film mi è piaciuto abbastanza, risulta scorrevole e simpatico. I cavalli colorati sono visivamente molto belli, solo mi è dispiaciuto per il colorante che avevano addosso. Nelle scene in cui gli attori  accarezzano il manto del cavallo blu si vedono le loro mani sporcarsi di colore.

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7

20 centimetri

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Se leggendo il titolo del film avete pensato ad un doppio senso inizio ad anticiparvi che non ce ne sono. Si avete capito benissimo, i 20 cm sono proprio un riferimento a ciò che state pensando.

Questo film-musical narra le vicende di Marieta, all’anagrafe Alfredo, nata uomo e vuole diventare una donna a tutti gli effetti, ma per poter esaudire il suo desiderio le manca solo una cosa: i soldi per dare un taglio a quei 20 cm di troppo.

Marieta si guadagna da vivere prostituendosi, vive insieme al nano Thomas che ha l’abitudine di mettersi nei guai. Marieta risparmia per potersi permettere l’operazione e realizzare il sogno di una vita. 
Affetta da narcolessia, Marieta crolla addormentata sognando scene da musical che la vedono protagonista.

Il film si costruisce su due livelli narrativi, la realtà e il sogno – musical. Come ci si aspetta la realtà è più cupa, brutta e difficile rispetto a quella del sogno che è invece leggera, colorata e felice.

Marieta è un bel personaggio, una di quelle persone che sono buone e danno una mano a chi ne ha bisogno, ma non sempre quella bontà donata torna indietro.

Mentre di giorno è costretta a fare da balia al nano, ad avere a che fare con i problemi della vicina di casa e delle signore che abitano ai piani alti dello stabile, con i problemi legati alle iniezioni per restare ‘donna’ e con il suo lavoro di prostituta, quando cade preda della narcolessia diventa una persona libera di esprimere il suo vero io, cioè: essere una donna in piena regola.

Non basteranno le belle parole sull’accettare se stessi o l’interesse di un ragazzo, che non ha alcun problema con i 20 cm che Marieta considera un di più nella sua vita, Marieta ha un sogno, un unico desiderio e farà in modo che si avveri.

Monica Cervera è bravissima nel ruolo della protagonista, nell’impersonare Marieta, se la cava bene anche nelle scene in cui canta e balla.

Il film tecnicamente ha delle pecche, da l’idea di essere un po’ grezzo.

La colonna sonora è molto carina, sono state inserite anche le canzoni “true blue” di Madonna e “I want to break free” dei Queen, come  sfondo ad alcuni momenti ‘musical’. 

L’argomento è trattato con delicatezza, anche se ci sono delle scene di sesso esplicite, è leggero nonostante la drammaticità dell’argomento, ma non superficiale. Da un idea ben precisa della situazione senza andare troppo nel profondo e lascia di se comunque un buon ricordo.

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7

Una sposa in affitto

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Una sposa in affitto è una godibilissima commedia, basata su una storia semplice e lineare. Il ritmo narrativo è scorrevole e si lascia guardare in tutta tranquillità.

E’ la storia di una attrice famosa che è perennemente sotto pressione a causa dei paparazzi che farebbero qualunque cosa pur di accaparrarsi una foto da prima pagina.

Lara sta cercando invano di tenere lontani questi paparazzi per il giorno del suo matrimonio con James, scrittore di successo ma in crisi.

Dopo tanti tentativi andati a monte, lo staff decide di provare a celebrare le nozze  su una piccola isola dove proprio James ha ambientato il suo racconto. 

L’isola di Hegg, è piccolissima, ci vivono pochissime persone la cui età media è molto elevata. Sono tutti sposati tranne una sola ragazza, che finirà per essere la sposa in affitto del film.

Nessun colpo di scena, il film promette e mantiene le sue semplici promesse. Strappa qualche sorriso,  si lascia guardare gradevolmente.  Non succede nulla di più o nulla di meno di quanto ci si aspetta. Regia e montaggio classici e semplici. Un gruppo di bravi attori  che funzionano bene insieme.

 

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6

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