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The Believer

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Quando ho visto questo film non sapevo fosse tratto da una storia vera,  son rimasta un po’ perplessa rispetto ad alcune scelte di trama, in particolar modo sul finale. Nel momento in cui ho scoperto che il protagonista, e probabilmente molti dei personaggi, sono realmente esistiti la mia prospettiva è cambiata. Ho compreso quel finale aperto che mi aveva lasciata un po’ imbambolata a guardare i titoli di coda.

The Believer non è un film facile, è un film molto complesso, è un film provocatorio, è un film che parla di intolleranza, verso una razza, una religione, verso se stessi.   

Il protagonista è un giovane ebreo, intelligente e colto, che va contro le sue origini rifiutandole e rigettandole, facendo finta che non sia nato in un determinato contesto. 

Tutta la violenza, il veleno che sputa fuori contro i suoi simili, è palesemente un gettarlo contro se stesso, contro la non accettazione della propria persona e lo fa andando contro la sua cultura, al modo in cui è cresciuto, contro i concetti basilari della sua religione.

Eppure, se da un lato egli rifiuta le sue origini, la sua religione, dall’altro ne ha rispetto, e lo si può notare in alcune sequenze del film, come ad esempio nei momenti in cui non manca di rispetto agli scritti delle sacre scritture.

E’ palese che il disagio del protagonista abbia radici nella sua infanzia, peccato che a parte qualche flash back di discussioni a scuola, non si riesca a comprendere veramente bene se è un percorso, un idea maturata con il tempo o se ci sia stato un vero evento grosso a far scattare in lui un cambiamento.

Nonostante il tema trattato e la durezza di tante situazioni, il film si lascia guardare.

Le riprese spesso sono mosse, i dialoghi intelligenti e ottimi attori, splendido protagonista. 


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8

In Time

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Il tempo è qualcosa di prezioso, spesso ce ne dimentichiamo lasciandolo scorrere come se niente fosse. Questo lusso in “In Time” se lo possono permettere solo i ricchi. 

In questo mondo alternativo, il tempo è la moneta di scambio per qualunque cosa, dalla più usuale, come acquistare un biglietto di un autobus o fare una telefonata. Qualunque cosa viene pagata con pezzi di vita, più o meno lunghi. Poco male se sei ricco, ma se vivi alla giornata, e intendo nel vero senso della parola, diventa problematico anche spendere un solo minuto.

In questa realtà, come se non bastasse si cresce fino a 25 anni, poi non si invecchia più e sull’avambraccio appare un orologio che inizia il conto alla rovescia per la morte. Vuoi vivere di più? Devi guadagnare più tempo.

Non è sempre facile, l’aumento delle tasse e del tenore di vita fa in modo che il tempo guadagnato valga sempre di meno, per acquistare le stesse cose di prima devi spenderne di più accorciando la tua vita.

Will vive in un ghetto con la madre 50enne, che ovviamente sembra sua coetanea. Will perde la madre per una manciata di secondi, perché lei non riesce a raggiungerlo in tempo, in modo che il figlio le doni del tempo per sopravvivere. La scena dei due che si corrono incontro e finisce con lei che cade morta tra le braccia del figlio è tristissima. Una manciata di secondi in più e la donna si sarebbe salvata.

Will salva da un gruppetto di ladri di tempo un uomo molto ricco, molto anziano e stanco di vivere. L’uomo gli regala tantissimo tempo, e poi si ‘suicida’ su un ponte aspettando   il countdown dei secondi che gli son rimasti.

Will ha il lascia passare per accedere alle zone più ricche ed attuare la sua vendetta, perché non trova giusto, e a ragione, che per la vita di poche persone agiate, un intero pianeta debba sgobbare e vivere alla giornata.

Ed è in questa zona ricca che Will nota le differenze con il ghetto dove è vissuto.

Dove i colori caldi e ovattati si sovrappongono al grigiore dei vicoli sporchi, dove gli abiti costosi e di ottima fattura oscurano tutti quelli comodi, brutti e veloci da indossare a cui è abituato. Nella zona bene tutti  si muovono con calma, una calma esagerata, quasi vivessero a rallentatore. Non hanno fretta, hanno tempo in abbondanza per guastarsi i lussi, le comodità prospettate da una vita ricca e potenzialmente illimitata.

Riuscirà Will a fare la differenza ed a cambiare qualcosa? 

In time è un film interessante che unisce al classico action movie – thriller - scifi tematiche attuali e rapportabili facilmente alla nostra condizione sociale. 

E’ tecnicamente fatto molto bene. Ho apprezzato tanto il formato anamorfico.

Il cast è davvero interessante, speravo di vedere un po’ di più il personaggio di Matt Bomer e trovo triste veder  sacrificato e sprecato un attore del calibro di Cillian Murphy nel ruolo del timekeeper. Buoni i due protagonisti. 

 


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7

Just friends

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Trama non proprio originale: adolescente obeso, con amica del cuore carina di cui è innamorato, sparisce dalla circolazione dopo essere stato profondamente umiliato in pubblico.

Passano gli anni, i chili di troppo sono spariti, il brutto anatroccolo s’è trasformato in un cigno. Cambia anche la vita, da sfigato a uomo che non ha alcun problema con le donne. 

Un buon lavoro nello star system completa il roseo quadro.

L’ex cicciottino non ritorna a casa da dieci anni, dal momento della pubblica umiliazione ed è costretto a rimettere piede in città a causa di circostante meteorologiche avverse.

Così si ritrova a casa dei genitori con una pop star profondamente fuori di testa.   Così da sciupafemmine e uomo in carriera  si ritrova a fare i conti con il passato, a ritrovarsi imbranato come la sua versione adolescente, ma senza i chili di troppo.

Il film è stupido, ridicolo, scontato a tratti assurdo. L’ho trovato noioso.


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3

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