20 centimetri
Se leggendo il titolo del film avete pensato ad un doppio senso inizio ad anticiparvi che non ce ne sono. Si avete capito benissimo, i 20 cm sono proprio un riferimento a ciò che state pensando.
Questo film-musical narra le vicende di Marieta, all’anagrafe Alfredo, nata uomo e vuole diventare una donna a tutti gli effetti, ma per poter esaudire il suo desiderio le manca solo una cosa: i soldi per dare un taglio a quei 20 cm di troppo.
Marieta si guadagna da vivere prostituendosi, vive insieme al nano Thomas che ha l’abitudine di mettersi nei guai. Marieta risparmia per potersi permettere l’operazione e realizzare il sogno di una vita.
Affetta da narcolessia, Marieta crolla addormentata sognando scene da musical che la vedono protagonista.
Il film si costruisce su due livelli narrativi, la realtà e il sogno – musical. Come ci si aspetta la realtà è più cupa, brutta e difficile rispetto a quella del sogno che è invece leggera, colorata e felice.
Marieta è un bel personaggio, una di quelle persone che sono buone e danno una mano a chi ne ha bisogno, ma non sempre quella bontà donata torna indietro.
Mentre di giorno è costretta a fare da balia al nano, ad avere a che fare con i problemi della vicina di casa e delle signore che abitano ai piani alti dello stabile, con i problemi legati alle iniezioni per restare ‘donna’ e con il suo lavoro di prostituta, quando cade preda della narcolessia diventa una persona libera di esprimere il suo vero io, cioè: essere una donna in piena regola.
Non basteranno le belle parole sull’accettare se stessi o l’interesse di un ragazzo, che non ha alcun problema con i 20 cm che Marieta considera un di più nella sua vita, Marieta ha un sogno, un unico desiderio e farà in modo che si avveri.
Monica Cervera è bravissima nel ruolo della protagonista, nell’impersonare Marieta, se la cava bene anche nelle scene in cui canta e balla.
Il film tecnicamente ha delle pecche, da l’idea di essere un po’ grezzo.
La colonna sonora è molto carina, sono state inserite anche le canzoni “true blue” di Madonna e “I want to break free” dei Queen, come sfondo ad alcuni momenti ‘musical’.
L’argomento è trattato con delicatezza, anche se ci sono delle scene di sesso esplicite, è leggero nonostante la drammaticità dell’argomento, ma non superficiale. Da un idea ben precisa della situazione senza andare troppo nel profondo e lascia di se comunque un buon ricordo.