The Believer
Quando ho visto questo film non sapevo fosse tratto da una storia vera, son rimasta un po’ perplessa rispetto ad alcune scelte di trama, in particolar modo sul finale. Nel momento in cui ho scoperto che il protagonista, e probabilmente molti dei personaggi, sono realmente esistiti la mia prospettiva è cambiata. Ho compreso quel finale aperto che mi aveva lasciata un po’ imbambolata a guardare i titoli di coda.
The Believer non è un film facile, è un film molto complesso, è un film provocatorio, è un film che parla di intolleranza, verso una razza, una religione, verso se stessi.
Il protagonista è un giovane ebreo, intelligente e colto, che va contro le sue origini rifiutandole e rigettandole, facendo finta che non sia nato in un determinato contesto.
Tutta la violenza, il veleno che sputa fuori contro i suoi simili, è palesemente un gettarlo contro se stesso, contro la non accettazione della propria persona e lo fa andando contro la sua cultura, al modo in cui è cresciuto, contro i concetti basilari della sua religione.
Eppure, se da un lato egli rifiuta le sue origini, la sua religione, dall’altro ne ha rispetto, e lo si può notare in alcune sequenze del film, come ad esempio nei momenti in cui non manca di rispetto agli scritti delle sacre scritture.
E’ palese che il disagio del protagonista abbia radici nella sua infanzia, peccato che a parte qualche flash back di discussioni a scuola, non si riesca a comprendere veramente bene se è un percorso, un idea maturata con il tempo o se ci sia stato un vero evento grosso a far scattare in lui un cambiamento.
Nonostante il tema trattato e la durezza di tante situazioni, il film si lascia guardare.
Le riprese spesso sono mosse, i dialoghi intelligenti e ottimi attori, splendido protagonista.