film

All about Steve

categorie: 

Sono ancora perplessa rispetto la visione di questo film, onestamente non mi è piaciuto molto, l’ho trovato un po’ stupido e a tratti irritante. Sarà che non lo trovo una commedia, ma più un film demenziale.

La Bullock, alla soglia dei 50 anni, interpreta una donna con almeno dieci anni di meno e che vive in un mondo tutto suo. Una creatrice di cruciverba. Dovrebbe essere un personaggio carino, interessante e invece ne esce fuori una persona che nonostante lavori con le parole non riesce a dare il giusto peso a ciò che gli viene detto.

I suoi genitori  vogliono  sistemarla le organizzano una uscita al buio con Steve. Il caso vuole che Steve sia quel figo di Bradley Cooper.

Cari mamma e papà se trovate un Bradley Cooper organizzatemi un incontro al buio giuro che mi comporto bene!

La giovane scrittrice di cruciverba fa tilt, tant’è vero che gli salta addosso appena entrati in auto.

Onestamente io me la sarei data a gambe levate subito, ma non tanto per il triplo salto carpiato con tanto di ribaltabile abbassato nel giro di 10 secondi, ma perché la signora non sta zitta un attimo, continua a dare spiegazioni su tutte le parole che le girano intorno, con il risultato che il figo s’ammoscia dopo altri 5 secondi. 

Avrebbero potuto chiamare il film "come incontrare un figo, saltargli addosso e farlo scappare in 15 secondi".

Steve viene salvato dallo squillo del cellulare, che per sua fortuna non ha avuto il tempo di spegnere. Steve fa l'operatore video per dei servizi giornalistici televisivi. La chiamata di lavoro lo salva in calcio d'angolo dal suo mostruoso appuntamento al buio.

Ma commette un errore, per pura gentilezza dice a Mary, si perché così si chiama il personaggio interpretato dalla Bullock, che gli dispiace di doverla lasciare così  e che gli avrebbe fatto piacere poterla portare con lui.

Steve che guaio   hai combinato!

La mente, non so come definirla, deviata? Instabile?  Insomma, Mary insegue Steve in lungo e in largo per il paese, sicura e convinta che tra di loro sia nato un grande amore.

Situazioni che rasentano il ridicolo, una Bullock che non trasmette nulla, un film che avrebbe dovuto creare ilarità, ma non lo fa, personaggi senza testa ne coda, un brutto finale e gli orrendi capelli della Bullock [o era una parrucca?], sono gli ingredienti di questa storia che non mi è piaciuta per niente.

L’unica cosa carina erano gli stivali rossi. 

 

field_vote: 
2

Il mio angolo di paradiso

categorie: 

Prima di iniziare a leggere la recensione del film vi consiglio di dare uno sguardo veloce alla locandina, cosa vedete? Io ci vedo una coppia sorridente, e se voglio soffermarmi sul titolo, sia in italiano che in inglese, mi vien da pensare a qualcosa di bello, di potenzialmente allegro. Una bella coppia e un angolo di paradiso. Cosa vi aspettate dal film? Una commedia romantica in cui dovrebbe esserci una bella storia d’amore e invece… vi hanno fregati in pieno stile ‘pacco, doppio pacco e contro paccotto’.

Ora al di la dello spessore o meno della storia, non la si può definire e classificare come commedia visto che parla di una giovane donna di successo, affetta da un male incurabile e ne racconta le ultime settimane di vita. Certo qualche momento di ilarità c’è, ma per cortesia rivedete le classificazioni, la storia di una che muore di cancro al colon per me è una storia drammatica. Non capisco perché ovunque io abbia guardato il film è catalogato come commedia.

Ma veniamo strettamente al film, nulla di innovativo, il contatto con entità superiori, già visto, persona di successo con male incurabile, già visto, storia d’amore in cui uno dei due muore per via di una malattia, già visto, amico gay della porta accanto, già visto, mamma asfissiante, tutti ne abbiamo una, padre con cui non si va d’accordo, già visto… 

Eppure la questione della storia d’amore, la protagonista si innamora ricambiata del proprio medico. Guardando il film mi son fatta alcune domande, ma principalmente la cosa che mi è più saltata agli occhi è che il fidanzato è un medico, e in quanto medico accetta senza fiatare che lei decida di staccare la terapia. Neanche una leggera discussione sul proviamo a fare questo o quello magari c’è qualche risultato in positivo…

So che probabilmente un medico ha più cognizione di causa su quanto realmente sia grave una malattia, però obiettivamente lui qui non getta la spugna, solo perché non ne ha mai presa una da gettare.

Sarà che ho visto altri film con tematiche simili, dove il lottare fino alla fine era uno dei fili conduttori, qui c’è soltanto l’arrendersi e restare ad aspettare la propria morte con tutti i cari intorno.

Tralasciando la leggerezza del film e il modo in cui è trattato in tema, la ciliegina sulla torta è il funerale, alla cui visione probabilmente avevo questa faccia qui: O_o”

Capisco che in America le usanze sono diverse, loro dopo i funerali organizzano dei banchetti da fare invidia a matrimoni di casa nostra, ma da qui ad organizzare una festa che sembra un incrocio tra un balletto di un film di Bollywood e un gay pride ce ne passa. Voglio capire che la protagonista non avrebbe voluto vedere i suoi cari  tristi, ma sei morta! Quando una persona muore chi gli vuole bene soffre, trovo davvero inverosimile che brindi, balli e rida felice come se fosse ad un matrimonio.

field_vote: 
3

All Good Things

categorie: 


All Good Things è un film interessante, ben girato, intrigante e dotato di un buon cast. In questo film riesce a piacermi anche Kristin Dunst, che in genere non amo come attrice.

Ma nonostante le buone premesse il film di prodotto nel 2010 sarà distribuito nei cinema italiani solo a giugno 2012 e me ne chiedo ancora il perché. Forse perché siamo il paese dei cinepanettoni volgari, tecnicamente girati male e squallidi? Cari distributori di film se da un lato ci sono persone con pessimi gusti, cinematograficamente parlando, dall’altro c’è un vasto gruppo di appassionati cinefili che preferiscono non andare al cinema se non c’è qualcosa di bello da vedere!

Anyway

Ho visto il film in lingua originale, poi facendo delle ricerche ho scoperto che esiste solo una versione in dvd. Ci sono periodi in cui vado per filmografie di attori o registi, in questo momento, intervallando con altro sto recuperando quella di Ryan Gosling. Questo giovane attore è perfetto in ogni ruolo che interpreta, dal ragazzino all’uomo di spessore finendo con personaggi dai problemi mentali; ma secondo me rende molto nei ruoli drammatici più che nelle commedie o film leggeri.

All Good Things prende il nome da un negozio che i due giovani protagonisti aprono poco dopo l’inizio del film. 

Lui proveniente da una famiglia ricca, lei no. Il fuggire dalla casa paterna alla ricerca di qualcosa che sia buono, alla costruzione di una piccola attività propria, la sensazione di indipendenza.  Credo che sia questo che David abbia voluto fare nel momento in cui sposa Katie e con lei inizia a realizzare il sogno del piccolo negozio lontano da casa.

Ma ecco che il padre viene a minare l’indipendenza del figlio, fa in modo di riportarlo indietro, di farlo lavorare nel mercato immobiliare, dove lui è un pezzo grosso. L’uomo insinua nella mente del ragazzo che se non avrà una vita agiata difficilmente potrà tenere accanto a se la bella moglie.

Questo è il problema di molti imprenditori che hanno successo, la continuità, vogliono che i loro figli portino avanti l’attività di famiglia anche se le loro aspirazioni sono diverse, sono disposti a fare qualunque cosa per garantirsi questa successione, anche minare la stabilità e la felicità dei propri figli. 

Siamo all’inizio degli anni ’80, David si ritrova con una moglie, con un sogno infranto e con un lavoro che sostanzialmente non ama. David sembrava il classico bravo ragazzo, e probabilmente lo è, ma l’essere ritornato sotto l’aria protettrice del padre fa uscire fuori pian piano un po’ di turbe psichiche che fino ad ora erano state celate.

L’idillio d’amore svanisce pian piano. I due sembrano prendere strade diverse. David sempre più taciturno, brusco, a tratti violento e Katie che cerca la sua indipendenza proseguendo gli studi. 

Il crollo avviene dapprima lentamente, con piccole cose, poi rapidamente giù fino a toccare terra. Il rapporto tra David e Katie si incrina definitivamente, non c’è più modo di tenere in piedi la storia tra di loro, Katie  è spaventata da ciò che è diventato il marito. Ed è in questa fase che si passa da una condizione di commedia romantica a thriller. 

Katie un bel giorno scompare, lo spettatore dalle immagini intuisce cosa sia successo, diciamo che fare 1+1 in questo caso non è tanto complicato, ma tutto resterà nel dubbio. 

David è sostanzialmente un uomo disturbato che ha subito traumi molto forti durante l’infanzia. Questi traumi prendono il sopravvento nel momento in cui, nella sua vita accadono cose che vanno a stuzzicare una ferita mai rimarginata che l’ha devastato interiormente. 

Anni dopo la scomparsa di Katie, ed in seguito allo spuntare fuori di nuovi elementi, verrà riaperto il caso, David sarà il primo sospettato della scomparsa della moglie.

Cosa sarà successo veramente?

Il film è tratto da una storia vera, la donna non fu mai ritrovata e il caso mai concluso, per cui molto è basato su illazioni. Secondo me è un film interessante, ben girato, con un cast veramente al top. Valeva la pena di vederlo sul grande schermo.

field_vote: 
8

Pagine