Il mio angolo di paradiso

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Prima di iniziare a leggere la recensione del film vi consiglio di dare uno sguardo veloce alla locandina, cosa vedete? Io ci vedo una coppia sorridente, e se voglio soffermarmi sul titolo, sia in italiano che in inglese, mi vien da pensare a qualcosa di bello, di potenzialmente allegro. Una bella coppia e un angolo di paradiso. Cosa vi aspettate dal film? Una commedia romantica in cui dovrebbe esserci una bella storia d’amore e invece… vi hanno fregati in pieno stile ‘pacco, doppio pacco e contro paccotto’.

Ora al di la dello spessore o meno della storia, non la si può definire e classificare come commedia visto che parla di una giovane donna di successo, affetta da un male incurabile e ne racconta le ultime settimane di vita. Certo qualche momento di ilarità c’è, ma per cortesia rivedete le classificazioni, la storia di una che muore di cancro al colon per me è una storia drammatica. Non capisco perché ovunque io abbia guardato il film è catalogato come commedia.

Ma veniamo strettamente al film, nulla di innovativo, il contatto con entità superiori, già visto, persona di successo con male incurabile, già visto, storia d’amore in cui uno dei due muore per via di una malattia, già visto, amico gay della porta accanto, già visto, mamma asfissiante, tutti ne abbiamo una, padre con cui non si va d’accordo, già visto… 

Eppure la questione della storia d’amore, la protagonista si innamora ricambiata del proprio medico. Guardando il film mi son fatta alcune domande, ma principalmente la cosa che mi è più saltata agli occhi è che il fidanzato è un medico, e in quanto medico accetta senza fiatare che lei decida di staccare la terapia. Neanche una leggera discussione sul proviamo a fare questo o quello magari c’è qualche risultato in positivo…

So che probabilmente un medico ha più cognizione di causa su quanto realmente sia grave una malattia, però obiettivamente lui qui non getta la spugna, solo perché non ne ha mai presa una da gettare.

Sarà che ho visto altri film con tematiche simili, dove il lottare fino alla fine era uno dei fili conduttori, qui c’è soltanto l’arrendersi e restare ad aspettare la propria morte con tutti i cari intorno.

Tralasciando la leggerezza del film e il modo in cui è trattato in tema, la ciliegina sulla torta è il funerale, alla cui visione probabilmente avevo questa faccia qui: O_o”

Capisco che in America le usanze sono diverse, loro dopo i funerali organizzano dei banchetti da fare invidia a matrimoni di casa nostra, ma da qui ad organizzare una festa che sembra un incrocio tra un balletto di un film di Bollywood e un gay pride ce ne passa. Voglio capire che la protagonista non avrebbe voluto vedere i suoi cari  tristi, ma sei morta! Quando una persona muore chi gli vuole bene soffre, trovo davvero inverosimile che brindi, balli e rida felice come se fosse ad un matrimonio.

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