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Piccole bugie tra amici

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Le prime scene ci fanno seguire con un lunghissimo e bellissimo piano sequenza,  l’uscita intorno all’alba di un viveur quarantenne da una discoteca, lo vediamo salire in motocicletta, percorrere le strade di Parigi lievemente illuminate dai primi raggi del sole, fino all’impatto in un bruttissimo incidente stradale.

Al suo capezzale accorrono tutti i suoi amici. Ma quello che sembra essere un bel gruppo affiatato, distrutto dal dolore dell’incidete di uno di loro, una volta uscito dalle porte dell’ospedale non spenderà molto tempo nella decisione di partire per le vacanze estive, ‘mollando’ l’uomo ferito e malato come se niente fosse. 

Queste persone, che dovrebbero essere tanto unite e volersi bene, che ogni anno fanno le vacanza sempre nello stesso posto, ovvero a casa di uno di loro, vanno via tutti senza pensarci su troppo, nonostante un loro caro sia in condizioni critiche. 

A questo punto mi sono chiesta se questo  legame affettivo sia solo di facciata o meno.   

La vacanza, la convivenza rispetto agli anni precedenti, diventa qualcosa di difficile da gestire, tensioni, scontri, altarini che vengono scoperti saranno tanti piccoli focolai, piccole micce di una immensa bomba.

Tutta la parte ambientata durante la vacanza al mare è estremamente lunga, capisco che è per chiarire le dinamiche tra i vari personaggi, che sono tanti, ma forse andava tagliata un po.

Il finale del film invece lo assocerei alle lacrime di coccodrillo, perché il povero amico malato purtroppo muore, e ovviamente ci si ritrova tutti al suo funerale. La triste condizione che accomuna tutti, con annesso senso di colpa per essere ‘fuggiti’,  pone fine ad alcune tensioni createsi durante l’ultima vacanza, rimettendo a posto le cose.

Bellissima la scena dell’arrivo dell’uomo che li accoglie ogni anno nel luogo di vacanza, che dopo un viaggio lunghissimo in furgoncino  giunge al cimitero nel momento in cui stanno calando la bara. Il dono di quest’uomo è  un sacco che contiene  la sabbia del mare che aveva visto fino all’anno prima la combriccola felice e al completo.

Il film oltre ad essere drammatico, a farti arrabbiare in alcuni punti o ad avere una eccessiva lunghezza che a tratti fa sentire il suo peso, è una dimostrazione che le persone seppure sono adulte, seppure si vogliono bene, hanno la tendenza a scappare dalle responsabilità, dalle situazioni difficili, facendo come gli struzzi, nascondendo la testa ‘sotto la sabbia’ di una estate probabilmente da dimenticare o da ricordare con grosso rammarico.


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8

The Tree of Life

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I film di Malick o li si odia o li si ama, difficilmente ci sono vie di mezzo.

Trovo Malick un interessante regista con un punto di vista diverso dal solito e di conseguenza faccio parte di quella fetta di spettatori che lo ama.

Recensire un film come The Tree of Life non è una cosa semplice, gli elementi che lo compongono   sono tanti, diversi e non sempre semplici da spiegare. So che molti sono rimasti basiti dalla sua visione, mi è bastato osservare la reazione di chi era al cinema che o non capiva nulla o  usciva di sala dopo un po’ perché ‘stremato’.

I film di Malick non sono mai di semplice visione, non sono per tutti, ma con tutto ciò non mi spiego come si possa non comprendere un film come questo. Certo non è lineare, ma chi ha un minimo di cognizione sa che non sta guardando una commediola leggera o un film dalla trama semplice, eppure in the tree of life non c’è nulla di così complicato da non essere compreso anche da un utente medio.

Il film viaggia su più binari paralleli, i due principali sono quello che narra della nascita ed evoluzione della vita e quello che racconta la storia di una famiglia.

L’evoluzione vista a partire da una sorta di big bang è spettacolare, immagini stupende, grafica 3D ben realizzata.

La storia della famiglia interessante, rispecchia a pieno come poteva essere la vita in quel periodo storico, le dinamiche interne ed i rapporti tra i genitori e i figli.

La musica è un altro elemento portante ed perennemente presente nel film. Il cast è eccezionale, Brad Pitt e Sean Penn si confermano due mostri di bravura. 

Un altro elemento importante è la quasi assenza di battute, ma la bravura degli interpreti fa in modo che non siano necessarie parole per trasmettere allo spettatore i sentimenti che i personaggi provano.

Il film mi ha commossa, incuriosita, mi ha dato un pugno nello stomaco, e non mi ha per niente annoiata nonostante duri più di due ore. Consiglio di vederlo, ma lo spettatore non si aspetti un film semplice, lineare o a cui  è abituato di solito. The Tree of Life è poesia di un passato, un presente e un 'futuro' che si fondono in maniera armonica tra di loro.

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9

Pollo alle prugne

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Cosa dire di questo film? E’ stato una piacevolissima scoperta.  

La storia molto bella è tratta da un romanzo a fumetti di  Marjane Satrapi. Il film è visivamente interessante, bello, la fotografia è spettacolare. Ogni inquadratura è studiata, pensata, sembra un susseguirsi di tanti piccoli quadri, uno dietro l’altro. 

La trama è semplice e complessa nello stesso momento: violinista famoso e di grande talento va in crisi quando la moglie, in un momento di rabbia, getta a terra con violenza il suo violino e lo distrugge. Ma la poveretta non distruggerà solo uno strumento musicale, finirà per fare a pezzi anche la vita di suo marito. Si sa che per un musicista lo strumento che usa è sacro, è un prolungamento di se stesso, così  quest’uomo da prima cercherà di sostituire il violino rotto con uno nuovo, ma quando capirà che non ne esiste un altro in grado di prendere il suo posto, deciderà di morire. Intanto rivivrà, e ci mostrerà tutta la sua vita, sapremo tanti particolari, duri, belli e dolorosi di questo interessante personaggio.

Ottimi gli attori, bella la regia, bella la musica, curati i costumi e le scenografie. 

Questo film è un vero spettacolo per gli occhi e la sua storia non può lasciare indifferenti. 

Consiglio vivamente di vederlo, anche se è una favola agrodolce, in cui si alternano momenti ironici e ilari a momenti tristi e drammatici.


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9

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