film

Ma come fa a far tutto?

categorie: 

Commedia senza lode e senza infamia, che si lascia guardare e scorre liscia come l’olio per tutta la sua durata. 

Punto centrale della storia è come fa ad organizzare la sua vita una donna in carriera, divisa tra il lavoro, con tanto di trasferte, i figli, il marito e la casa.

Il risultato è una persona sempre di corsa, che apparentemente ha tutto sotto controllo, schematizza e fa liste in modo da riuscire a non scontentare nessuno, ma la realtà è che tutto ciò è fonte di profondo stress.

Accontentare tutti diventando un automa a discapito della spontaneità e della tranquillità non è positivo, come anche reggere dei ritmi tanto serrati. 

Le donne che vivono una condizione similare si ritroveranno nella protagonista e non potranno fare altro che provare simpatia per lei.

Da vedere quando si ha voglia di qualcosa di leggero e di non troppo stupido.

 


field_vote: 
6

Un fidanzato in affitto

categorie: 

Avete mai ascoltato una cover brutta di una canzone carina e piacevole? 

Ecco questo è l’unico paragone utile che riesco a trovare per spiegare sinteticamente la mia reazione alla visione del film. 

Remake o non remake di “The Wedding Date - L'amore ha il suo prezzo”, questo film è di una noia mortale dalla prima all’ultima battuta. 

Gli abiti e il look dei personaggi è osceno, tranne i vestiti tradizionali indiani che sono gradevoli in tutte quelle tonalità di colore. Il coinvolgimento emotivo è uguale a zero, la recitazione praticamente inesistente. E’ un peccato perché alcune produzioni di Bollywood sono davvero gradevoli.

Il mio consiglio personale è di spendere il vostro tempo guardando qualche altra cosa, boccio il film sotto tutti i punti di vista.

 

 


field_vote: 
2

Bright Star

categorie: 

La mia visione di questo film ha una genesi un pò strana, la curiosità è nata nel vedere la locandina, una donna accovacciata in una distesa di fiori di un viola – blue intenso. Questa locandina che ricorda tanto un quadro di un pittore impressionista, mi è rimasta nella mente. 

Bright Star non è solo un film, è per me una vera e propria opera d’arte. E’ un film sul quale ho dovuto riflettere, un film che ho dovuto ammortizzare e che forse non ho ancora ben assimilato, non perché non sia ‘chiaro’  ma per l’intensità emozionale, perché porta con se un messaggio che se da un lato è elementare e comprensibile a tutti, dall’altro è così profondo che difficilmente può essere reso a parole; ci proverò, ma so già che qualunque cosa io possa scrivere, le mie parole risulteranno limitanti.

Bright Star racconta gli ultimi tre anni di vita del poeta John Keats e del suo incontro con Fanny. E’ una storia che parla di passione, di amore, di difficoltà, di tormento e della società del periodo, nel triennio che va dal 1818 al 1821.

John Keats è povero ed ha una situazione sociale disastrosa, vive presso il mecenate Brown, ed è qui che incontra l’anticonformista Fanny. Da prima guardinghi l’uno nei confronti dell’altra, finiranno per innamorarsi perdutamente, ossessivamente, a dispetto delle convenzioni e convinzioni sociali dell’epoca. Purtroppo questo forte e vero sentimento verrà stroncato dalla prematura morte del poeta alla giovane età di 25 anni.

Della visione del film ciò che resta non è poco. Ogni scena, ogni inquadratura è di una bellezza disarmante, è tutto studiato, voluto, fatto in modo da sembrare un quadro. C’è una rottura degli schemi, come fuori dagli schemi è la storia tra i due innamorati. Gli accostamenti cromatici, la scelta delle location esterne è qualcosa di spettacolare, i colori della natura sono così contrastanti, vivi. E’ una meraviglia per la vista. Ma non solo questo, il film gioca molto sugli opposti: la razionalità degli altri e l’amore dei due giovani, le convenzioni sociali e la libertà di vivere un sentimento forte, lo squallore di alcune persone rispetto alla purezza di un sentimento vero e reale, ma anche gli stessi John e Fanny sono un contrasto l’uno dell’altra, lui cupo, pensieroso e malinconico, lei solare, colorata e piena di vita.

John e Fanny, seppure sono diversi come il giorno e la notte, come il buio e la luce, sono l’uno la giusta metà dell’altro. Si completano, si comprendono e si amano di un amore che non è riservato a tutti, che se si è fortunati si incontra una sola volta nella vita. Loro sono stati fortunati nell’incontrarsi, ma la salute cagionevole di lui li ha divisi per sempre. 

Ma è proprio così? Sono dell’idea che dopo aver provato un sentimento tanto profondo difficilmente si possa sentirsi divisi da quella persona, perché quella persona è una parte di noi, è inscindibile ed indivisibile dal nostro animo che l’ha accolto  e l’ha tenuto stretto, come la cosa più preziosa che esista al mondo.

Se la ragione, sotto la figura di una persona cara che cerca di dare un consiglio per il nostro bene o come pensiero che sfiora la nostra mente, ci fa riflettere un solo secondo sull’impossibilità di una storia con l’altro e subito si comprende che  questa idea è praticamente inaccettabile, la si rigetta con tutta la forza a disposizione, probabilmente è perché l’anima gemella esiste ed è quella persona che ci da la sensazione di “dissolversi”, perchè non esistono più due identità separate, ma una sola.

Il grigiore del mondo, l’insensibilità delle persone e la rigidità delle regole, non sono amiche dell’amore, non possono comprendere qualcosa che sia immenso, non possono contenere qualcosa che non ha limiti.

La storia tra John e Fanny è romantica da morire, le lettere che si scrivono sono di una profondità, bellezza e tenerezza disarmante. E’ veramente difficile, se non impossibile restare indifferenti a certe parole, certi pensieri messi nero su bianco in un modo così divino. Ma il loro amore è fatto anche di tanti piccoli gesti, che esprimono in maniera semplice ed inequivocabile quanto siano importanti l’uno per l’altra.

Ho trovato il film meraviglioso, toccante, la regia stupenda seguita a ruota dalla fotografia, dai costumi e dall’intensissima interpretazione dei due protagonisti. 

E’ un film che ti lascia qualcosa dentro, forse più di qualcosa, al quale continui a pensare anche dopo giorni che l’hai visto.

La tristezza per la morte di Keats ti fa riflettere su come ci sono al mondo tante persone mediocri, persone pessime, che hanno una vita lunga, durante la quale possono commettere infamie di ogni tipo, e poi persone talentuose che non solo crescono in una condizione di difficoltà, ma vengono stroncate in giovane età da un male incurabile. 

Keats non meritava certamente di morire giovane, meritava una vita sicuramente più lunga, meno tortuosa e felice. Keats meritava di avere tempo per esprimere la sua poesia, meritava di poter percorrere la sua vita terrena con Fanny.


field_vote: 
10

Pagine