Bored to Death

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Jonathan Ames, scrittore in crisi creative, dipendente dalla marijuana e amante del vino bianco viene mollato dalla fidanzata. 

Jonathan non demorde e si inventa un nuovo lavoro, pubblicizzando i suoi servizi su craiglist come l’investigatore privato, ovviamente senza licenza. 

Ad aiutarlo nelle sue indagini ci saranno il suo amico Ray, un disegnatore di fumetti e George il suo datore di lavoro. Insieme formano un perfetto trio di personaggi surreali, assurdi e a tratti stupidi/idioti. Come insoliti e allucinanti spesso saranno o i casi per cui viene ingaggiato Jonathan o le situazioni da esso derivanti.

Nel telefilm vediamo tre uomini adulti che si comportano come degli adolescenti, che ne combinano di tutti i colori, spesso uscendo da situazioni critiche per il rotto della cuffia. 

Bored to death è una storia di amicizia perché il rapporto che lega i tre protagonisti, tralasciando le situazioni stupide e surreali,  è quello di persone che si vogliono davvero bene e si sostengono sempre. 

La serie tv è ambientata a New York ed è composta da sole 3 stagioni. Gli episodi hanno la durata di  22 minuti e nonostante abbiano una connotazione demenziale e i personaggi non brillano per intelligenza è una gradevole visione. 

La sigla animata del telefilm è molto bella.

 

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7

Afterlife

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Afterlife è una serie inglese composta da due sole stagioni per un totale di 14 episodi, 6 per la prima e 8 per la seconda. Il telefilm non è stato rinnovato per una terza stagione, ma la chiusura della seconda può considerarsi una conclusione.

La storia racconta le vicende di Alison, una donna in grado di vedere i fantasmi e di interagire con loro. Alison si trasferisce a Bristol per cambiare ‘aria’ e ricominciare una nuova vita.

A Bristol conosce Robert, uno psicologo che poi inizierà a scrivere un libro su di lei.

Tralasciano il ‘caso dell’episodio’, cioè l’entità rimasta in questa dimensione che per qualche motivo si manifesta, infesta o fa del male alla persona di turno, il telefilm affronta vari temi e lo fa in maniera realistica.

In Afterlife non c’è posto per il buonismo o  per gli happy ending assicurati, come spesso accade in telefilm americani, se qualcosa deve andare storto lo fa, se qualcuno deve morire muore, non si salva all’ultimo secondo per accontentare lo spettatore.

Molto del telefilm verte sul rapporto professionale e di amicizia tra i due protagonisti.

Sia Alison che Robert nascondono dei grossi drammi.

Se da un lato Alison rappresenta la parte soprannaturale del telefilm, con le sue percezioni e visioni da medium, Robert è il contrappeso, la parte razionale e scettica.  

C’è molto dualismo in tutta la storia, nette spaccature che a volte si ricompongono, mescolano e invertono. La stessa Alison ad un certo punto andrà fuori di testa o Robert cambierà la sua posizione di scettico.

Il telefilm è caratterizzato da una colorazione un po’ sbiadita, con colori che a volte sono poco saturi. Una classica atmosfera che ci si aspetta da una città del nord Europa.

La storia mi è piaciuta molto e in alcuni punti mi ha toccata profondamente. 

La solitudine della protagonista che  viene sfruttata o vista come una sorta di mostro a volte è pesante da tollerare anche per lo spettatore. Lo scetticismo di Robert è quello tipico di un uomo di ‘scienza’ che cerca di dare una risposta concreta, tangibile a qualcosa che non lo è. 

Il telefilm ha una sigla ‘insolita’, il tema principale inizia dopo poche scene introduttive, e con esso partono anche i crediti su delle scene di raccordo per poi sfumare non appena si inizia a parlare. Ogni episodio ha di conseguenza una ‘sigla diversa’.

La musica della sigla è davvero molto bella, malinconica e finisce con lo sposarsi bene con l’atmosfera del telefilm.

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8

The perfect man

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Holly, figlia di Jane, è costretta dalla madre a trasferirsi in un altra città ogni volta che la vita sentimentale della madre prende una piega negativa. Il problema grosso è che capita fin troppo spesso.

Jane è una donna che non riesce a stare da sola, che crede di trovare  in qualunque uomo, anche quello più assurdo e improbabile, l’uomo della sua vita. Dopo un lasso di tempo più o meno lungo la storia inevitabilmente volge al termine, Jane ferita e distrutta non può fare altro che fuggire e ricominciare da capo in un altro posto.

Questo tipo di atteggiamento  è distruttivo e va ad incidere anche sulla vita delle due figlie. Holly, la più grande è stanca dell’atteggiamento della madre, vorrebbe mettere radici, stabilirsi e poter finalmente instaurare anche solo un misero rapporto di amicizia con qualcuno.

Dopo aver scambiato poche parole con lo zio di una compagna di scuola decide di  intervenire: inventa un ammiratore segreto per la madre, un finto uomo che fa quei piccoli gesti tanto graditi alle donne, uno che ti dice la parola giusta nel giusto momento.

Questo tipo di inganno funziona fin quando l’ammiratore resta “segreto”, poi, come inevitabilmente accade le cose iniziano a precipitare, costringendo Holly a trovare sempre più toppe per rammendare il grosso buco che si sta creando nella sua immensa bugia a fin di bene.

Le bugie hanno le gambe corte o il naso lungo, è così anche nella realtà, non solo nella favola di pinocchio.

E’ un film carino e gradevole, una commedia che si lascia guardare piacevolmente. 

Chris North non aveva alcuna necessità di fare questo film per rientrare nello stereotipo dell’uomo perfetto … Mr Big* è acquistabile a scatola chiusa!

 *personaggio interpretato da North nella serie tv Sex and the city

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5

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