Tutto cominciò dalla fine

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Jean e Gabrielle si incontrano un’estate a Parigi. 

L’uomo si trova in un caffè, dove osserva Gabrielle seduta ad un altro tavolino dello stesso bar. Lei sta mangiando un limone con tutta la buccia.

Un giorno Jean,  incuriosito ed attratto dalla donna, si presenta al tavolino dove è seduta Gabrielle con una cassetta piena di limoni. Questo insolito approccio, getta le basi per  l’inizio o per la fine di una situazione in cui Jean  e Gabrielle  perdono completamente il controllo e la logicità. 

Jean e Gabrielle inizieranno una relazione fuori dagli schemi, folle, insolita e pericolosa, piena di tira e molla al limite dell’umana comprensione. Idillio, tormento, passione e pazzia sono gli ingredienti principali che se da un lato uniscono la coppia dall’altro la dividono.

Prima insieme, poi separati e forse di nuovo insieme. Lo spettatore faticherà a decidere quale tra i due personaggi sarà quello più pazzo, se Gabrielle con le sue stranezze o Jean nell’assecondarle.

Il film è concentrato completamente sui due personaggi, su questo folle amore fatto di passione e tormentato; inizia e finisce con loro, tutti gli altri personaggi sono esclusivamente di contorno. 

Ma forse non è così quando perdi la testa per qualcuno? 

Il mondo non perde significato e sparisce completamente?

La sceneggiatura ricorda molto una Pièce teatrale e descrive benissimo, sia nei dialoghi, sia nelle pause, due persone travagliate che compiono qualunque tipo di pazzia, principalmente perché spaventate dalla forza di ciò che li lega e dagli errori commessi in passato.

Mi sono piaciuti i due attori, l’approfondimento psicologico dei personaggi, delineato durante la narrazione. Mi è piaciuta la regia ed il montaggio, che intreccia il presente a flashback del passato.

Da vedere sicuramente, ma al momento giusto, è un film in cui bisogna leggere anche ‘tra le righe’ e da accettare così com’è. 

 


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