Sei come Nove - Francesco Ricci
“Di notte, si sa, di fronte alla propria solitudine, con l’esclusiva compagnia di se stessi, ogni piccolo patema viene colto nella sua ombra più nera, finendo col diventare la più invalicabile delle montagne invalicabili. E’ così la sofferenza diventa angoscia, che a sua volta arriva a essere paura della sofferenza stessa, innescando un circolo da cui è difficile trarsi fuori senza l’aiuto del sole.”
Ho scoperto questo racconto ad una serata gotica, tra musica, recitazione e vampiri ne è stato letto un brano. Il testo ha stuzzicato la mia curiosità ed ho acquistato il libro. Ora che ne ho terminato la lettura sono veramente contenta di averlo fatto.
“Inseguo momenti, ricordi, pensieri, mi perdo nel tempo tra paranoie e desideri, e quando credo di essere giunto non è che una parola a far tornare il compianto. E scivolo giù, sempre più in basso, in una tristezza che non conosce la luce della vita, dove i demoni ballano la morte e gli incubi ti sfiorano la pelle.”
Sei come Nove è stato una meravigliosa sorpresa, finalmente un autore giovane che ha qualcosa da dire, da condividere e che soprattutto sa scrivere. Lo stile è ricercato e nello stesso momento semplice, originale e coinvolgete.
Surreale, grottesco, visionario, Sei come Nove è un insieme di ‘favolette’, raccontate a turno da Zés e Negen, mentre si trovano in carcere. Questi racconti hanno un prerequisito: l’assenza di morale.
Sette storie brevi si alternano alla condizione di Zés e Negen, e risultano essere non solo interessanti, ma anche ben delineate e chiare nonostante la loro brevità.
Mi è piaciuto moltissimo, consiglio vivamente di leggerlo perchè ne vale davvero la pena. Gli avrei dato volentieri 10 come valutazione, ma ho voluto richiamare il titolo con un meritatissimo 9.