Ondine
Partiamo dalla leggenda delle Selkie. Creatura marina dalle sembianze di foca che nelle notti di luna piena può trasformarsi in una donna. Nascondendo il manto di foca, la Selkie non può riprendere la sua reale sembianza e resta bloccata sotto forma di donna.
Il film è ambientato in piccolo paese di pescatori, siamo in Irlanda, splendida terra condita da tanto folklore. Un pescatore ritrova nella rete una donna ancora viva. La donna si presenta con il nome di Ondine e l’uomo la ospiterà a casa sua. Syracuse, il pescatore, è separato ed ha una figlia costretta sulla sedia a rotelle. La ragazzina scoprirà il segreto del padre e da alcuni piccoli elementi si convincerà che Ondine è una Silkie. L’atteggiamento un po’ criptico e misterioso di Ondine alimenterà ancora di più i sospetti. La figlia finirà per condizionare il padre. Nel momento in cui Syracuse farà delle pesche abbondanti mentre Ondine è sulla sua barca inizierà a pensare anche lui che la donna è una Silkie.
Ma chi è Ondine in realtà? Una Silkie o una donna misteriosa?
Neil Jordan è bravo a tenere lo spettatore sul filo del rasoio fino alla fine del film, dove tutti i nodi verranno al pettine e sarà palese la natura di Ondine, ma fino ad allora sarà un alternarsi di dubbi.
È come guardare una favola, ne senti e percepisci la magia, nonostante le vicissitudini dei personaggi non siano proprio piacevoli. Ma è bello poter pensare che c’è qualcosa che riesce a sconvolgere il grigiore quotidiano, a farti viaggiare su un binario parallelo, che riesce a sorprenderti in maniera positiva.
Il film in Italia è uscito direttamente per la distribuzione in dvd. La colonna sonora molto bella è curata dai Sigur Ros.
Ondine lancia un messaggio positivo: come la sensazione di uscita dagli schemi della vita di tutti i giorni, come una ventata d’aria fresca che riscuote dal torpore del tran tran quotidiano, dove il cambiamento inizia in sordina già durante le prime scene, ma la presa di coscienza di tale mutamento viene realizzata a fine film.