The killer inside me
The killer inside me è un film del regista britannico Michael Winterbottom dai toni drammatici e l’atmosfera noir.
Il soggetto risulta interessante ed è tratto da tratto dall'omonimo romanzo di Jim Thompson pubblicato nel 1952 per la prima volta.
L’atmosfera drammatica, noir e dai toni fortemente pulp crea un discreto contrasto con la semplicità e lentezza della vita di una piccola cittadina americana negli anni 50.
A Thompson, Texas, tutto scorre con una lentezza disarmante, vuoi perché è un piccolo centro vuoi anche per il contesto storico. Sono gli anni 50, anni di inizio rinascita dopo la fine del secondo conflitto mondiale, dove le donne sfoggiano bei abiti e acconciature ondulate.
La vita e semplice e scandita sempre con lo stesso tranquillo e comodo ritmo.
Nei piccoli centri tutti si conoscono e conoscono i fatti altrui, non solo, succede raramente qualcosa di rilevante.
Il protagonista è il giovane vice sceriffo della città Lou Ford.
Questo giovane spesso agisce ai limiti della legalità per far rispettare la legge.
Quando viene ingaggiato da un esponente di spicco della città come tramite per liquidare la prostituta con cui suo figlio ha una relazione, onde evitare che questo particolare possa venire a galla, Lou è come se perdesse ogni stabilità.
L’incontro con la prostituta, interpretata da Jessica Alba, sarà l’inizio di una spirale di eventi che trascinano Lou sempre più in basso, facendogli commettere azioni violente e sadiche a catena, fino ad arrivare ad un punto di rottura.
Il film ha una narrazione lenta, la sceneggiatura non è al top, molti sono i momenti di ‘pausa’, molte le scene di violenza per nulla velate, ma messe in bella vista agli occhi dello spettatore.
Esteticamente il film è curato, la ricostruzione del periodo storico buona, l’interpretazione dei personaggi discreta. Curata la regia e la fotografia.
Ho trovato interessante il cast, tanti attori di un buon livello, alcuni purtroppo relegati in ruoli marginali.
Un altro punto di forza del film è la colonna sonora, tra pianoforte e musiche originali accompagna la narrazione in modo esemplare
Il film da anche dei spunti di riflessione.
A volte attribuiamo degli aggettivi alle persone, aggettivi con connotazione positiva, lo stesso vice sceriffo è considerato un uomo di legge, un bravo ragazzo che fa filare dritto chi si comporta male.
Ma quanto è labile il passaggio tra far rispettare la legge e abusarne?
Quanto è labile il limite tra una persona violenta e uno psicopatico?