Dracula di Bram Stoker
Pubblicato nel 1896, è tuttora uno dei pochi racconti che non si è mai smesso di ristampare. E’ stato tradotto in molte lingue e ne sono state fatte molte versioni cinematografiche.
Scritto interamente come un diario, gni personaggio si muove tramite esso; il tutto è sistemato in ordine cronologico in modo da rendere chiari gli spostamenti di tutti i partecipanti al racconto. Solo dei telegrammi o delle lettere interrompo questo tipo di narrazione.
Non è particolarmente scorrevole, leggendolo ci si rende conto che è stato scritto più di un secolo fa. Viene utilizzata una terminologia che sa di ‘antico’, per descrivere il sole che sta tramontando cedendo il passo alla notte in un punto del racconto troviamo scritto “il crepuscolo trapassava nella notte”. Belle parole, ma che ora non verrebbero usate per descrivere la stessa situazione.
A lungo andare la narrazione in prima persona tende a stancare. Però nello stesso tempo la storia è interessante ed intricata al punto da non poter smettere di leggerla.
Mina, è una figura eccessivamente buona, quasi da sembrare irreale, finta.
Il punto di forza è il dottor Van Helsing, colui che intuisce subito con chi hanno a che fare.
Il Vampiro o Dracula, compare solo di riflesso nei racconti degli altri, ma non per questo la sua figura perde importanza.
Cito i pensieri di Mina, riportati nel suo diario, quando non ha notizie del suo promesso sposo Jhonatan ed è preoccupata per la sua amica Lucy, affetta da ‘crisi di sonnambulismo’ :
“Quest’oggi, giornata grigia, e mentre scrivo il sole è nascosto dietro grevi nuvole, torreggianti sopra Kettleness. Ogni cosa è grigia, eccezion fatta per l’erba verde, che contro il grigio sembra smeraldo; grigie rocce terrose; grigie nuvole tinte, ai margini, dal riverbero del sole gravano sul mare grigio nel quale le lingue di sabbia si protendono come grigie dita”