Sei come Nove - Francesco Ricci

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“Di notte, si sa, di fronte alla propria solitudine, con l’esclusiva compagnia di se stessi, ogni piccolo patema viene colto nella sua ombra più nera, finendo col diventare la più invalicabile delle montagne invalicabili. E’ così la sofferenza diventa angoscia, che a sua volta arriva a essere paura della sofferenza stessa, innescando un circolo da cui è difficile trarsi fuori senza l’aiuto del sole.”

Ho scoperto questo racconto ad una serata gotica, tra musica, recitazione e vampiri ne è stato letto un brano. Il testo ha stuzzicato la mia curiosità ed ho acquistato il libro. Ora che ne ho terminato la lettura sono veramente contenta di averlo fatto. 

“Inseguo momenti, ricordi, pensieri, mi perdo nel tempo tra paranoie e desideri, e quando credo  di essere giunto non è che una parola a far tornare il compianto. E scivolo giù, sempre più in basso, in una tristezza che non conosce la luce della vita, dove i demoni ballano la morte e gli incubi ti sfiorano la pelle.”

Sei come Nove è stato una meravigliosa sorpresa, finalmente un autore giovane che ha qualcosa da dire, da condividere e  che soprattutto sa scrivere. Lo stile è ricercato e nello stesso momento semplice, originale e coinvolgete. 

Surreale, grottesco, visionario, Sei come Nove è un insieme di ‘favolette’, raccontate a turno da Zés e Negen, mentre si trovano in carcere. Questi racconti hanno un prerequisito: l’assenza di morale. 

Sette storie brevi si alternano alla condizione di Zés e Negen, e risultano essere non solo interessanti, ma anche ben delineate e chiare nonostante la loro brevità.

Mi è piaciuto moltissimo, consiglio vivamente di leggerlo perchè ne vale davvero la pena. Gli avrei dato volentieri 10 come valutazione, ma ho voluto richiamare il titolo con un meritatissimo 9.

 

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9

The Gates

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Questa serie tv racconta la storia di Nick Monahan, un poliziotto, che in seguito ad un incidente in cui ha perso la vita un ragazzo, lascia Chicago e si trasferisce , per assumere il ruolo di capo della security/polizia,  nel complesso abitativo di The Gates.

The Gates, apparentemente è  un posto tranquillo con i normali problemi di convivenza che possono esserci tra vicini ed  è rinchiusa su se stessa, isolata dal mondo esterno come a protezione da esso, tutti gli ingressi e le uscite dal perimetro sono controllate e registrate.

Nick scoprirà a sue spese e della sua famiglia che quell’eccesso di zelo e di protezione non è ciò che sembra, che il piccolo gruppo di anime che vive in quella zona non è proprio normale come il resto della popolazione. Licantropi e vampiri coesistono nello stesso spazio, ma con delle regole che non sempre sono rispettate, spesso la tensione si taglia con un coltello, e le varie fazioni sembrano richiamare le classiche bande di città. Queste non sono le sole creature soprannaturali a popolare il posto, ci sono anche le succubi, altrettanto pericolose  e si fa tranquillamente uso di magia .

In pratica The Gates è un rifugio, non per gli esseri umani ma per queste creature, che cercano di fingersi normali ai nuovi arrivati, nascondendo le loro vere identità e i loro poteri. Ma purtroppo Nick scoprirà  la reale consistenza della cittadina.

The Gates è formato da una sola stagione di 13 episodi e la storia si ferma proprio in un punto cruciale ed interessante. Avevo trovato il telefilm molto carino e nemmeno troppo scontano o noioso, non ho ancora ben capito per quali motivi è stato chiuso tranciando di netto la storia. 

Se vi piace il genere e potete accettare di guardare qualcosa che non ha un finale, ma che resta discretamente appeso, guardatelo perché a me è piaciuto.

 

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6

Super

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Visto su suggerimento di un amico, Super è un film che mi ha lasciata profondamente perplessa. La storia non mi ha convinta, come non mi hanno convinta i personaggi, manca qualcosa, qualcosa che non riesco a definire. 

Super è un insieme di generi: commedia, grottesco, drammatico, splatter; non si riesce a comprendere qual è la direzione che realmente il regista voglia prendere, con il solo risultato che il film non è ne carne ne pesce.

Gli attori sono bravi, ci sono delle scelte stilistiche che mi sono piaciute, ma quel senso di incompletezza è persistente dall’inizio alla fine.

I personaggi sono per lo più dei perdenti fino al midollo, di quelli senza alcuna prospettiva, che vivono la loro vita giorno per giorno in maniera piatta e noiosa.

I due “supereroi”  sono inquietanti, pericolosi e squilibrati, non solo per se stessi, ma anche per chi gli sta intorno. Sono il ritratto di quelle persone che subiscono per una vita intera, camminano a testa bassa, e all’improvviso fanno tilt, come se impazzissero e diventassero in concomitanza di un evento drammatico delle mine vaganti.

E’ questo che succede a Frank, cuoco in una tavola calda e Libby, commessa di una fumetteria. 

Frank imbestialito per essere stato mollato dalla moglie, ex tossicodipendente che va via con uno spacciatore, e Libby che da sfogo a tutte le sue pulsioni represse assecondando Frank nella sua follia di salvare la moglie dal cattivo di turno.

Ne esce fuori un concetto di giustizia ‘fai da te’ veramente ai limiti del normale raziocinio.
Verso la fine non mancheranno una buona dose di violenza e un discreto numero di scene splatter.

La chiusura della storia è  molto triste, la solitudine che ne deriva è veramente disarmante.

 

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5

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