Masaniello

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Ho assistito alla prima napoletana dell'edizione invernale del 2009 di questo splendido musical. Ora chi mi conosce bene sa che i musical mi piacciono moltissimo e di conseguenza penserà che sono molto di parte nel commentare questo tipo di spettacolo.

La mia nota vuole essere un condividere ciò che ho visto, provato e sentito durante la visione dello spettacolo, che di per se è già di buon livello ma secondo me con qualche piccolo accorgimento potrebbe raggiungere un livello ancora più alto.

Lo spettacolo è stato molto bello, mi è piaciuto tantissimo, i costumi erano stupendi, le luci abbastanza buone, l'atmosfera coinvolgente. Purtroppo avendo come posto un palco al 4° livello ci sono state delle scene in cui ho visto soltanto i piedi degli attori.

Mi sono chiesta... visto che non sono stati messi i sottotitoli, [il musical è in napoletano] come mai non hanno pensato a togliere lo schermo e quel telo scuro da permettere una completa visuale del palco?

Per fortuna scene 'alte' ce ne sono poche.

La storia viene narrata con semplicità risultando facilmente comprensibile anche a chi non la conosce e ne fa un punto di forza, forse l'unico *neo narrativo* sta nel fatto che alcune voci maschili risultavano simili come timbro e a volte ho avuto difficoltà a capire quale personaggio stesse cantando, ho dovuto cercare sul palco chi cantava, era un pò complicata quando in scena erano presenti molti personaggi.

Le scenografie mi sono piaciute, semplici ed essenziali, mirate a caratterizzare ogni singola scena. Gli interpreti, tutti bravissimi con una protagonista sopra le righe, Arianna che interpreta la moglie di Masaniello è riuscita a trasmettere tutto il tormento, il dolore, la preoccupazione che provava il suo personaggio e questo fin dalla prima scena. Mi ha emozionata a tal punto da farmi venire i brividi.

Non posso dire la stessa cosa della Madre di Masaniello, che seppure è stata bravissima, non è riuscita a trasmettermi altrettanto nonostante il suo ruolo era drammatico come quello di Bernardina.

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7

30 giorni di buio

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30 giorni di buio è un horror abbastanza crudo dove i vampiri sono veramente 'cattivi'.

Forse non farà particolarmente paura, a me non ne ha fatta, ma qualche scena mi ha fatto provare un senso di nausea.

E' ben realizzato, la colorazione è particolare, poco satura di alcune tonalità di colore e carica di altre, come per esempio il sangue.

C'è una forte dominanza di blu e di bianco. Ricostruisce egregiamente il fumetto da cui è tratto almeno per quanto riguarda la grafica.

La storia si lascia guardare, avrei qualcosa da ridire sulla visione dei vampiri, ma poi ognuno interpreta il mito a modo suo, ma almeno i canoni standard cioè la luce del sole e la decapitazione sono stati rispettati.

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8

Lars e una ragazza tutta sua

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Ho visto questo film con un pò di ritardo, per essere uscito in sordina nei cinema della mia città. Se non avete visto il film non leggete di seguito 

A me è piaciuto tantissimo per il realismo con cui affronta la vita di un piccolo centro abbitato: dalle persone che non si fanno i fatti loro tartassando Lars per fargli fare tutto ciò che la massa fa, alla cognata che è sinceramente preoccupata per lui... fin quando un giorno fa la sua comparsa Bianca. Bianca che è silenziosa , Bianca non "cammina con i propri piedi" , Bianca che ha bisogno di attenzioni, Bianca che è fuori dalla massa e dagli schemi proprio come Lars. Bianca è una bambola con tutti gli attributi femminili.

Lars proietta se stesso su di lei, le da attenzioni come fosse una persona vera nonostante la sua 'diversità' . Le persone, se da prima sono spiazzati da questa insolita situazione poi finiscono con accettare Bianca in virtù dell'aiuto che vogliono dare a lars.

Accettando Bianca accettano di conseguenza il ragazzo e le sue stranezze.
Tutto sembra procerdere per il meglio fin quando la figura di Bianca non prende il sopravvento su quella del ragazzo. Scatta un conflitto, tutti pensano alla bambola, maa lui chi pensa?

Le persone sono spaventate da ciò che esce dall'ordinario ed è nello stesso momento straordinario come una bambola che all'inizio viene accettata solo per aiutare Lars ma finisce per diventare parte integrante della comunità e la sua presenza non risulta poi tanto strana.

Lars ad un certo punto, dopo aver superato alcuni blocchi, decide che deve 'riappropiarsi della sua vita' di "andare avanti" e la figura di Bianca diventa un problema, un ostacolo. Bianca si ammala e muore.

La sua morte di bianca è dolorosa, è come lasciare andare una situazione in cui ci si è crogiolati per tanto tempo, è lasciare andare le paure e tutto ciò che ti teneva a fondo come una zavorra, è un distacco giusto ma doloroso, perchè a volte è più facile restare attaccati alle proprie paure, ai propri timori invece di darsi una scrollata e andare avanti.

Il film è classificato come una commedia, il che è vero se lo si guarda superficialmente, altrimenti, almeno dal mio punto di vista ha dei contenuti abbastanza drammatici.

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9

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